Buon mercoledì, prodi seguaci!🖤💜

Visto che è il mese dell’orgoglio, vediamo di lanciare nel vasto web un po’ di sano orgoglio asessuale! Ho pensato quindi di cimentarmi nella stesura di una breve storia dell’asessualità: come siamo arrivatə dove siamo ora? Non se ne parla poi così tanto (infatti trovare informazioni è stato un continuo rimpallare da un sito all’altro) e ho pensato che fosse carino mettere insieme una cronologia di fatti riguardanti l’asessualità.

Ho cercato di raccogliere i fatti più salienti nella maniera più breve e chiara possibile: troverete un po’ di tutto, dalle prime “comparse” alla nascita di blog e organizzazioni, dalle ricerche scietifiche ai dibattiti interni alla comunità asessuale. Sto già pensando di approfondire alcuni punti in futuro, fatemi sapere se c’è qualcosa che ha stimolato in modo particolare la vostra curiosità! Inoltre, le traduzioni dall’inglese sono mie e, come al solito, saranno brutte e legnose, ma spero almeno siano chiare…

Naturalmente se vi accorgete che manca qualcosa d’importante o non ho riportato un fatto correttamente, non esitate a farmelo sapere, qui sotto nei commenti, via social o via mail (baylee.lsdm@mailfox.it).

Breve storia dell’asessualità

1896 – Abbiamo per la prima volta l’uso della parola asessualità per come la conosciamo oggi. Compare in un pamplet, Sappho und Sokrates di Magnus Hirschfeld, noto sessuologo tra i fondatori del movimento di liberazione omosessuale.

1922Jennie June, una delle prime persone trans a pubblicare una sua autobiografia negli USA, in The Female-Impersonators usa la parola anaphrodite per descrivere chi «non è bagnato dall’adorazione per alcun tipo di umano» e «rabbrividisce violentemente al solo pensiero di qualsiasi tipo di rapporto fondato sulle differenze di sesso».

1948 – In Sexual Behavior in the Human Male, Alfred Kinsey, il padre della sessuologia, non dà molto spazio all’asessualità, ma è ben consapevole della sua esistenza. Crea, infatti, la categoria X, dove annovera coloro «senza contatti o reazioni socio-sessuali». Identifica l’1,5% della popolazione adulta maschile come X.

1953 – In Sexual Behavior in the Human Female, Kinsey approfondisce la definizione di categoria X, dicendo che racchiude coloro che «non rispondono eroticamente a stimoli eterosessuali o omosessuali e non hanno contatti fisici con individui di entrambi i sessi nei quali vi sia l’evidenza di una qualche risposta». Le percentuali assegnate alla categoria X sono le seguenti:

  • Femmine non sposate=14-19%
  • Femmine sposate= 1-3%
  • Femmine precedentemente sposate=5-8%
  • Maschi non sposati=3-4%
  • Maschi sposati=0%
  • Maschi precedentemente sposati=1-2%

1977 – In Asexual and Autoerotic Women: Two Invisible Groups, Myra T. Johnson definisce le persone asessuali come coloro che «che, a prescindere dalle condizioni fisiche o emotive, dalla storia sessuale effettiva, dallo stato civile o dall’orientamento ideologico, sembrano preferire non impegnarsi in attività sessuali». Johnson, inoltre, mette a confronto le donne che pratica l’autoerotismo e le donne asessuali: «La donna asessuale… non ha nessun desiderio sessuale [mentre] la donna che pratica l’autoerotismo… riconosce tali desideri ma preferisce soddisfarli da sola». Gran parte delle evidenze Johnson le ha ricavate dalle lettere inviate alle riviste femminili da donne asessuali. Johnson le ritrae come invisibili, «oppresse perché ritenute all’unanimità inesistenti» e lasciate indietro sia dalla rivoluzione sessuale sia dal movimento femminista. La società le ignora, nega la loro esistenza o insiste sul fatto che debbano essere ascete per motivi religiosi, nevrotiche o asessuali per ragioni politiche.

1978In Homosexualities: A Study of Diversity Among Men and Women dello psicologo Alan P. Bell e del sociologo Martin S. Weinberg si cita l’asessualità come una sottocategoria dell’omosessualità (omosessuali relativamente disinteressati al sesso).

1979/1980 – In uno studio pubblicato nel 1979 in Advances in the Study of Affect vol. 5 e in un articolo pubblicato l’anno successivo in Journal of Personality and Social Psychology, Michael D. Storms dell’Università del Kansas rielabora la scala Kinsey. Laddove Kinsey valutava l’orientamento sessuale come una combinazione di comportamento e fantasie sessuali ed erotismo, Storms usò solo le fantasie e l’erotismo. Costruì quindi un grafico diverso, mettendo su due assi diversi l’eteroerotismo e l’omoerotismo: questo gli permise di distinguere chiaramente tra bisessualità e asessualità. Infatti, nel modello di Kinsey potevano essere confuse, visto che entrambe erano semplicemente definite come una mancanza di preferenze per il genere deə partner sessuali.

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1983Paula Nurius pubblica il primo studio (Mental Health Implications of Sexual Orientation) che contiene informazioni sulle persone asessuali. Lo studio riguarda la relazione tra orientamento sessuale e salute mentale e coinvolge 689 studentə di diverse università degli USA. Viene fuori che il 5% dei maschi e il 10% delle femmine può essere etichettato come asessuali. I risultati mostrano che le persone asessuali hanno una maggiore probabilità di avere una bassa autostima e di avere la depressione rispetto ad altri orientamenti sessuali. Inoltre, presentano una minore frequenza e un minor desiderio di attività sessuali, incluso avere più partner, attività sessuali anali, avere rapporti sessuali in varie posizioni e attività autoerotiche.

9 novembre 1991 – L’asessualità compare in un questionario rivolto ai residenti olandesi e fatto dai giornali locali in collaborazione con un noto psicologo olandese.

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1994 – Un sondaggio (Wellings, K. Sexual Behaviour in Britain: The National Survey of Sexual Attitudes and Lifestyles, Penguin Books) condotto su 18.876 residenti britannici rileva che l’1% deglə intervistatə “non si è mai sentitə attrattə sessualmente da nessunə”.

30 maggio 1997Zoe O’Reilly pubblica un articolo on line (My life as an amoeba) dove parla della sua asessualità: nei commenti affluiscono molte persone che dicono di sentirsi allo stesso modo senza sapere che esista qualcosa come l’asessualità, oppure di aver scoperto che le parole di O’Reilly descrivono esattamente il loro sentire.

12 ottobre 2000 – Nasce Haven for the Human Amoeba (HHA). Si tratta di un gruppo su Yahoo che si focalizza nel trovare una definizione di asessualità. Emergono tre correnti: quella antisessuale (che considera una vita senza sesso moralmente superiore), quella della linea dura (che esclude dalla definizione di asessualità ogni attrazione e desiderio, sessuale o romantico) e quella queer (che mira a costruire un movimento e vede l’asessualità come un’identità flessibile che si adatta alle persone e non viceversa).

Marzo 2001David Jay, appartenente alla corrente queer, crea una pagina sullo spazio web della sua università e lo chiama Human Asexual Visibility and Education Network (HAVEN), abbreviandolo presto in Asexual Visibility and Education Network (AVEN). Il seme della più grande comunità asessuale del mondo è piantato.

David Jay
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20 luglio 2001 – Viene creato il Livejournal Asexuals Community, dalla posizione smaccatamente antisessuale.

28 aprile 2002 – Prende vita un altro Livejournal, Asexuality, creato da 36|Nat in risposta ai post sessuonegativi di Asexuals Community. Si tratta della prima discussione sessuopositiva in seno alla comunità asessuale: Nat disegna uno spazio inclusivo (parlando di “poco o nessun desiderio sessuale”) e parla di asessualità come di un altro orientamento sessuale.

29 maggio 2002 – Prende vita il forum di AVEN (il giorno dopo si sposterà all’indirizzo che tuttə conosciamo, asexuality.org). Nel frattempo, David Jay e Nat entrano in contatto e su Asexuality compare il link a AVEN.

Luglio/Agosto 2002: Jay e Nat (che su AVEN è presente come Paranoid Gynandroid) scrivono insieme le prime FAQ di AVEN in modo che siano sessuopositive e inclusive.

18 agosto 2003 – Nasce The Official Asexual Society (OAS), fondato da Geraldine Levi Joosten-van Vilsteren e Edmund Fortuin, appartenenti alla corrente della linea dura.

2004 – In quest’anno diventa evidente che la linea queer seguita da AVEN è diventata preminente nella comunità asessuale. Significa che la definizione più usata di asessualità è quella di mancanza di attrazione sessuale verso tutti i generi/sessi.

Agosto 2004Anthony Bogart, professore associato alla Brock University che spesso è considerato il padre delle ricerche sull’asessualità, pubblica Asexuality: prevalence and associated factors in a national probability sample sul Journal of Sex Research. Analizzando il sondaggio del 1994, Bogart giunge alle seguenti conclusioni:

  • In media, le persone asessuali hanno meno partner sessuali di quelle sessuali, iniziano (se iniziano) ad avere rapporti sessuali più tardi, fanno meno sesso e hanno meno probabilità di convivere o sposarsi.
  • In media, le persone asessuali sono più vecchie di quelle sessuali: hanno più probabilità di essere femmine, povere, non-bianche e/o scarsamente istruite.
  • Le persone asessuali hanno più probabilità di avere problemi di salute, di veder comparire il menarca più tardi (se femmine), di essere più basse e di pesare meno.
  • Le persone asessuali, in media, frequentano i serivizi religiosi più spesso di quelle sessuali.
Anthony Bogart
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Fine dicembre 2004 – L’OAS cambia nome in Official Nonlibidoist Society (ONS) perché nonlibidoism ha preso a indicare persone asessuali che non provano alcun impulso o desiderio sessuale.

2005 – Arriva AVENit, la versione italiana di AVEN.

2006Chiude l’ONS e i suoi membri migrano su AVEN e ricominciano le diatribe tra le diverse linee di pensiero. Tra il 2005 e il 2012 si ha un acceso conflitto interno su come approcciarsi alla sessualità.

Settembre 2006Anthony Bogart pubblica Toward a Conceptual Understanding of Asexuality su Review of General Psychology. Bogart definisce l’asessualità come la mancanza di attrazione sessuale e la separa dall’aromanticismo, dal celibato e dall’assenza di libido. Differenzia l’asessualità dal disordine ipoattivo del desiderio sessuale e argomenta sul fatto che l’asessualità si presenti più come un altro orientamento sessuale piuttosto che come un disturbo.

31 agosto 2007 – Il Kinsey Institute con un’altra indagine scopre che chi si identifica come asessuale «riferisce un significativo minor desiderio per il sesso con unə partner, una minore eccitabilità sessuale e una minore eccitazione sessuale, ma senza differenze con le persone non-asessuali per quanto riguarda i risultati dell’inibizione sessuale o del desiderio di masturbarsi. Questo contraddice i risultati dello studio del 1983».

2008 – Dopo che molte persone asessuali hanno riferito di aver avuto una diagnosi di disordine ipoattivo del desiderio sessuale (HSDD), David Jay e AVEN si mobilitano affinché l’asessualità venga depatologizzata. Il DSM-4, cioè cioè la quarta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, usato in tutto il mondo da medici, psichiatri e psicologi, infatti, descrive l’HSDD come causa di «marcato disagio o difficoltà interpersonali» dovute alla mancanza o all’assenza di «fantasie sessuali e desiderio per l’attività sessuale» e quindi viene trattato con terapia e farmaci.

2009 – Su AVEN, la posizione sessuopositiva diventa così preminente che le persone asessuali repulse non si sentono a loro agio a parlare delle loro esperenze.

Giugno 2009La comunità asessuale marcia per la prima volta al San Francisco Pride.

2010 – Nella comunità asessuale, finalmente le divisioni vengono superate, scindendo la sessuopositività (l’idea che il sesso, se consenziente, sia qualcosa di positivo) dal proprio personale atteggiamento verso il sesso (repulsione, indifferenza, piacere).

Agosto 2010 – Tramite un sondaggio viene scelta la bandiera che rappresenterà la comunità asessuale. Dall’anno successivo sarà sventolata nei pride.

2011 – Esce (A)sexual, un documetario di Angela Tucker, che mostra la montagna di stereotipi e la mancanza di ricerche scientifiche sull’asessualità in una società ipersessualizzata come la nostra.

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24 aprile 2012 – Uno studio (Intergroup bias toward “Group X”: Evidence of prejudice, dehumanization, avoidance, and discrimination against asexuals) afferma che le persone asessuali sono considerate in modo più negativo, viste come meno umane e meno prese in considerazione come interlocutori rispetto a quelle eterosessuali e di altre minoranze sessuali.

Giugno 2012 – Al World Pride di Londra, AVEN tiene una conferenza. Rodney Uhler crea un breve documentario su quell’esperienza (Not Broken, Not Alone).

27 giugno 2012 – Il sito Asexual Archive raccoglie alcuni dei suoi articoli in un libro, Asexuality: A Brief Introduction.

9 agosto 2012 –  Viene pubblicato Understanding Asexuality di Anthony Bogaert: si tratta del primo libro che indaga gli aspetti storici, biologici e sociali dell’asessualità.

Maggio 2013 – Esce il DSM-5: l’asessualità viene riconosciuta e non viene più classificata come un disturbo e viene distinta dal disturbo dell’eccitazione femminile (FSAD) e dal disordine ipoattivo del desiderio sessuale (HSDD).

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28 giungo 2014Per la prima volta in Italia la comunità asessuale marcia ufficialmente in un Pride, quello di Milano.

1 agosto 2014 Viene pubblicato The Invisible Orientation di Julia Sondra Decker.

Maggio 2015 – Grazie ad Alice Redaelli nasce il Gruppo Asessualità in seno all’Arcigay di Milano.

Dicembre 2016 – A Firenze nasce Carro di buoi, «con l’intento di creare un punto di riferimento sul tema dell’asessualità, orientamento sessuale ancora poco conosciuto, del quale si trovano, specialmente in italiano, poche informazioni e spesso imprecise quando non proprio errate.»

Gennaio 2017 – Nasce Asessuali.com, forum dedicato all’asessualità.

27 giugno 2017 – Viene trasmesso su Cielo Asex – Liberi di non farlo, documentario di Eleonora Soresini sull’asessualità.

Settembre 2017Todd Chavez, personaggio della serie animata targata Netflix BoJack Horseman, fa coming out come asessuale.

Fonti:

8 risposte a “Breve storia dell’asessualità”

  1. Avatar skoliosessualità
    skoliosessualità

    Hai fatto davvero un bel lavoro di ricerca, anche piuttosto dettagliato. Ignoravo molti aspetti storici. Complimenti.
    L’asessualità è forse più discriminata rispetto agli altri orientamenti, perché ritenuta, anche da diversi membri della comunità arcobaleno, come anormale. Spero che le persone asessuali abbiano presto il rispetto che meritano.

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    1. Grazie!💜
      Eh, purtroppo il fatto che la sessualità non sia libera come sembra non facilita la vita a noi asessuali…

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  2. non c’è una società “ipersessualizzata”, è che il 98% delle persone desidera fare sesso, ci più chi meno, prova attrazione sessuale (con o senza sentimento amoroso) e questo viene giustamente raccontato nel 98% di romanzi e film.
    Considerare il sesso come qualcosa di positivo se consenziente dovrebbe essere una considerazione assolutamente normale anche per il 1-2% di popolazione mondiale che è indifferente al sesso completamente e non prova attrazione sessuale (francamente la repulsa verso i sesso non la comprendo,io sono eterosessuale ma quando in un film vedo una scena d’amore tra due uomini non provo nessuna repulsa, è una cosa che non mi suscita desiderio e che non ho voglia di fare ma non mi repelle vederla rappresentata, non mi infastidisce che altri la facciano se a loro piace; per quanto rara l’indifferenza verso il sesso mi pare non problematica, ma lo schifo verso ogni atto sessuale o verso la sua rappresentazione etero o gay che sia è problematica e lo dico io che ho un rispetto assoluto verso i gusti altrui

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    1. L’ipersessualizzazione non è problema della comunità asessuale, è un problema di tutta la nostra società, come sottolineano diversə psicologə.
      Poi confondi i diversi piani di sessuopositività/sessuonegatività e di repulsione per il sesso (una differenza che ho spiegato anche qui), quindi francamente non capisco perché vieni a farmi la lezione su cosa sia problematico o no…🤷‍

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      1. sulla presunta ipersessualizzazione non cambio idea e ribadico quel che ho scritto

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  3. […] created a brief timeline of asexual history (Italian […]

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  4. […] vi raccontavo già in Breve storia dell’asessualità, nel 2008 AVEN si mobilità per far sì che l’asessualità venga depatologizzata, dopo che […]

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