Travolta da un ciclone, la piccola Dorothy viene catapultata in un mondo strano e sconosciuto popolato da Streghe buone e Streghe cattive. Se vuole tornare a casa, deve seguire un sentiero che la condurrà al misterioso regno del grande e terribile Mago di Oz; durante il cammino affronta avventure e avversità, ma incontra anche nuovi amici, come lo Spaventapasseri, il Taglialegna di Latta e il Leone Codardo. Quando giunge con i suoi nuovi compagni nella meravigliosa Città di Smeraldo e si ritrova al cospetto del potentissimo Mago, Dorothy gli chiede di tornare a casa, lo Spaventapasseri un cervello, il Taglialegna un cuore e il Leone il coraggio. Ma qual è il vero potere del Mago di Oz?


Questa è la prima volta che leggo Il mago di Oz, sebbene ricordi di aver visto il film quando ero piccola. Non credo di rimpiangere di non averlo letto prima, perché in questo modo ho potuto apprezzarne la neanche tanto sottile ironia.

Davvero, l’ultima cosa che mi sarei aspettata di trovare in questo romanzo è l’ironia (chissà se c’era anche nel film? Non me lo ricordo proprio…). Eppure attraversa briosa tutto il libro, facendoci ridacchiare dello Spaventapasseri che vorrebbe un cervello ma escogita astuti trucchi per cavarsi dai guai, del Taglialegna di Latta che vorrebbe un cuore ed è sempre attento alle esigenze altrui e del Leone Codardo che vorrebbe il coraggio ma è sempre pronto a difendere Dorothy e i suoi amici.

Il mago di Oz è un romanzo da bambin* che si legge in un soffio, eppure è pieno di simbologia, una simbologia che potrebbe addirittura rimandare alla politica statunitense di fine Ottocento, oppure ci ricorda le vecchie figure fiabesche, con la Strega dell’Ovest, matrigna cattiva, e il mago di Oz, padre non proprio esemplare. Anche le ripetizioni periodiche delle richieste da portare all’attenzione del mago di Oz hanno un sapore fiabesco, ma Baum ha dato alla sua storia un taglio decisamente moderno, facendo di Dorothy una perfetta ragazzina americana, pragmatica e decisa nel suo voler tornare a casa sua, in Kansan, sebbene nel paese di Oz abbia trovato amici e molte mirabilia.

Molto bella, poi, quest’edizione Einaudi, che ripropone le illustrazioni originali di William Wallace Denslow, delle quali potete vedere un esempio sulla copertina. C’era anche l’edizione BUR Rizzoli disponibile su MLOL, ma confesso che questa copertina Einaudi, elegante ed essenziale, ha vinto a man bassa… inoltre, ha anche un’interessantissima introduzione di Carlo Pagetti e io ve la consiglio.

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7 risposte a “Il Mago di Oz (Oz #1) di L. Frank Baum”

  1. Bellissima la storia di Dorothy e del mago di Oz.

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    1. Sì, sono molto contenta di averla letta! 🙂

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      1. Ciao, se ti interessa io ho scritto un blog che parla di un omicidio molto strano che poi con il tempo diventa strano e molto particolare. Se ti interessa eccoti il link https://spyaworldofmistery.wordpress.com/

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      2. Okay, appena ho un minuto, passo a farti visita! 🙂

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  2. Ah, ma siamo troppo allineate! Ti consiglio di leggere questo articolo Il mago di Oz quale poema simbolico: ti spiega un sacco di simpboli e simmbologie presenti in una favola solo in apparenza semplice, in realtà, molto molto simbolica e densa di significati esoterici e nascosti. http://wsimag.com/it/cultura/5145-il-mago-di-oz-quale-poema-simbolico

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    1. Grazie, lo leggerò sicuramente! ^_^

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  3. Ho visitato una bottega con il proprietario che si fa chiamare “Il Mago di Oz”… Dovresti andare a vederlo, intanto se hai voglia leggi il mio articolo 😉 triponthree.wordpress.com

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